La Grande Scommessa

Christian Bale plays Michael Burry in The Big Short from Paramount Pictures and Regency Enterprises
Christian Bale plays Michael Burry in The Big Short from Paramount Pictures and Regency Enterprises

Pronti? Vi sfido.
Chiudete il computer, smettete di leggere e andate a suonare il campanello del vostro amico economista. Quello della porta accanto, dai ognuno di noi ne ha uno. Vi ha aperto? Bene. Ora chiedete se per piacere vi spiega esattamente come si è verificata la crisi del 2008 e se vi può fare un veloce riassunto di bolle immobiliari, CDO, AAA, e balle varie. Tutto questo possibilmente in modo chiaro, esaustivo, divertente e veloce. Prima dell’happy hour. 

Left to right: Brad Pitt plays Ben Rickert and Finn Wittrock plays Jamie Shipley in The Big Short from Paramount Pictures and Regency Enterprises
Left to right: Brad Pitt plays Ben Rickert and Finn Wittrock plays Jamie Shipley in The Big Short from Paramount Pictures and Regency Enterprises

Ecco, nove volte su dieci la risposta è la seguente:
Troppo complicato, lascia stare. Non fa per te“.

E probabilmente hanno ragione. Con me, di sicuro si.

la-grande-scommessa-al-cinema-con-brad-pitt-e-christian-bale-2Eppure su questo terreno si muove La grande scommessa, commedia nera in piena tendenza neo-hollywoodiana, che riassume e racconta la vicenda di quattro broker (per semplicità chiamiamoli broker) all’alba della crisi del 2008. Qualche anno prima in realtà, in modo che noi pubblico ignorante (non è un insulto, è un dato di fatto), possiamo capire e provare a comprendere gli antefatti e le conseguenze. In soldoni (termine più che appropriato), è la storia di quattro uomini capaci di leggere le rune della finanza, prevedere il crollo e riuscire ad arricchirsi.
Difficile fare un film così, infarcito di ovvi tecnicismi.
La-grande-scommessa-2La Grande Scommessa però vince la propria sfida. Riesce a diventare un film mainstream capace di divertire e sorprendere il pubblico ignaro e tendenzialmente sonnacchioso. Vediamo perché.
Alla base ci sono ovviamente delle trovate, escamotage cinematografici che riescono nell’intento di incollare gli occhioni dei noi spettatori allo schermo. Ritmo serrato, dialoghi scalpitanti e sguardo in macchina funzionano e sorprendono. A proposito di occhioni. Si, l’occhio di vetro di Christian Bale è la sintesi, l’estremo riassunto della back story dei protagonisti (Bale appunto e Steve Carell) che aiutano ad amalgamare la storia principale e a umanizzare gli squali della finanza. Geniale, invece, la trovate di ricorrere ai veri Selena Gomez, Anthony Bourdain e Margot Robbie per spiegare i passi più complessi della finanze con metafore terra terra.

la-grande-scommessa-dei-film-della-settimana-L-H4aFJENon tutto oro è quello che luccica. Nemmeno al cinema.
Se dovessimo trovare un limite in La Grande Scommessa potremmo citare la tendenza classica di un certo tipo di cinema hollywoodiano.
Pensate a Brad Pitt. Si, bello e bravo, lo sappiamo. Qui è anche produttore, cosa che capita sempre più spesso. E qui, si ritaglia il the-big-short-la-grande-scommessa-primo-trailer-del-film-con-brad-pitt-ryan-gosling-e-christian-baleruolo dello squalo pentito, new age e ora uomo puro. A lui spetta la battuta consolatoria “smettetela di ballare! Voi da oggi siete ricchi sfondati, mentre milioni di persone stanno per ridursi per strada, senza casa e lavoro. Smettetela di ballare!”. Il nostro Brad lo dice ai due giovani ragazzi che si sono appena arricchiti grazie al suo aiuto. Un po’ come a voler sottolineare: “Ehi spettatori, tranquilli, noi stiamo dalla parte dei buoni”.  Da segnalare anche la seconda sottolineatura volta a ricordare come le banche stiano rifacendo nuovamente, ora, le stesse cose. Escluse queste lievi macchie di tendenza sovrabbondante, La Grande Scommessa ha il pregio di essere un grande film. Recitato meravigliosamente e diretto con il cronometro. Inferiore al lupo, quello vero, della Wall Street raccontata da Scorsese e superiore al tentativo di Margin Call.  Da vedere.

Voto
♥♥♥½ / ♥♥♥♥♥

alessandro venier

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