Il giorno 4 qui a Roma è il giorno del filo teso tra le due torri del World Trade Center dal funambolo Philippe Petit nel 1974. La vera storia di un sogno immaginato e poi realizzato. Philippe è in sala, accanto a noi, applauditissimo dalla folla che applaude la sua impresa e il film che Robert Zemeckis gli ha dedicato. E The Walk è un film sincero, pieno e stracolmo di espedienti cinematografici ma capace di ricordare a tutto il pubblico del mondo una caratteristica fondamentale e imprescindibile del cinema: la capacità di stupire. Sembrerà ovvio, eppure temiamo per la vita di Philippe mentre ne seguiamo l’impresa. Lui è li con noi, in sala, è sopravvissuto, è realtà e leggenda. Eppure, noi temiamo per lui, lo stesso. Merito del cinema. Merito di Zemeckis che ha creato un film dalla suspense estrema, dal ritmo incalzante. E in The Walk c’è anche un sottile, splendido e angosciante momento dedicato all’omaggio alla memoria delle Torri Gemelle.
Voto: ♥♥♥ / ♥♥♥♥♥
Ho sentito parlare anche un po’ di italiano oggi alla Festa. Arriva con un po’ di ritardo la mia visione di Lo chiamavano Jeeg Robot, film italiano (anche se il romano è l’idioma predominante)sui supereroi. Ed è italiano al cento per cento, perché finalmente usciamo allo scoperto e realizziamo qualcosa made in italy fino in fondo. C’è l’ambientazione, la musica, la denuncia. Tutto italiano. E il film è pure divertente, intrigante, con tutte i vincoli e i cliché (ben vengano) dei cinecomic americani. Bravo Santamaria e menzione speciale per Marinelli, cattivone (forse dovrei dire villain) perfetto.
Voto: ♥♥♥ / ♥♥♥♥♥
Delude invece Departure, film a cui sembra mancare la scintilla, le fondamenta su cui basare la pellicola. Le carte da giocare ci sarebbero tutte: rapporto madre/figlio, omosessualità, adolescenza, erotismo. Eppure il film di Andrew Steggall non decolla mai e si perde nella campagna francese in dialoghi che girano a vuoto e non incidono mai. Purtroppo non basta fare un film sull’omosessualità per fare un buon film.
Voto: ♥♥ / ♥♥♥♥♥
Oggi è stata anche la giornata dell’incontro tra Dario Argento e William Friedkin, due ragazzini che da decenni sconvolgono e terrorizzano le vite di intere generazioni. Più brillante l’americano che si presenta con bicchiere di vino, brindando al pubblico di Roma. Dopo aver omaggiato a lungo il collega italiano, svela alla platea il motivo del successo di L’esorcista: “Ho fatto questo film da credente. Per questo spaventa e mi spaventa. Se l’avessi fatto da cinico, non avrebbe avuto la stessa forza. Nella vita ci sono tanti misteri, il mistero dell’amore e quello della fede e per me è un film sul mistero della fede” e sul motivo del suo successo aggiunge “C’è un Dio del Cinema, che veglia su tutti noi“.
Un pensiero su “Festa del Cinema di Roma#Day4 – Departure – Lo chiamavano Jeeg Robot – Incontro Argento/Friedkin – The Walk”