James Whitey Bulger è stato gangster e informatore. Siamo a Boston, negli anni ’70. Ascesa e declino di un piccolo grande boss che per spianare la propria carriera sceglie la collaborazione con l’FBI.
Questa è la premessa di Black Mass, film accolto come il ritorno nel cinema che conta del divo Depp, finalmente spogliato dalle maschere di Pirati dei Caraibi e affini. Eppure Johnny si fatica a intravedere anche qui, nascosto sotto un trucco che invecchia e cela la sua identità. Ci sono le lenti colorate, la stempiatura, i denti metallici, il naso ricostruito. Rimane poco di Johnny, se non la recitazione. Ecco quella magari si ed è la prima (ri)scoperta. Depp è finalmente bravo e contenuto, non cede alla tentazione di accumulo e ridondanza che hanno sempre caratterizzato i suoi personaggi più amati e meno riusciti. Rimane comunque però il sospetto di trovarsi dinnanzi ad un’operazione esagerata, una trasformazione forzata che stuzzica le corde amletiche della necessità.
Corde che continuano ad essere stuzzicate durante tutto il minutaggio di Black Mass e non soltanto causa Depp. Black Mass è confezionato per piacere, raffinata bomboniera cinematografica, in cui i fatti accadono perché devono accadere. La sceneggiatura tiene, i colpi di scena arrivano, il pubblico si diverte, a tratti prevede, a tratti si sorprende. Ma anche qui, tralasciando la bostoniana memoria di quel capolavoro di The Departed, ci si chiede se ha ancora senso realizzare un film che guarda molto a Scorsese ma che Scorsese non è. Solido strutturalmente, ma povero nella creazione di atmosfere e luoghi che Scott Cooper aveva saputo raccontare e descrivere nei precedenti Crazy Heart e Il Fuoco della vendetta. E se inoltre in questo film manca la possibilità dell’empatia, l’analisi va condotta nuovamente su Depp e sulla sua interpretazione. Esclusa la trama e l’immagine di Johnny dagli occhi di ghiaccio (dovuto più alle lenti che all’intenzione) la domanda da porsi è cosa rimane di un film che arriva in modo ormai “così classico” troppo tempo dopo la rinascita del genere.
Voto
♥♥ / ♥♥♥♥♥
Un pensiero su “Black Mass”