Il parco riapre. Ha già riaperto. Ventidue anni dopo l’incidente avvenuto alla creazione di John Hammond. E funziona alla grande. Ma il successo è effimero, non può durare. Prova tu ad accontentare ogni giorni migliaia di visitatori. La tendenza è inevitabile. Sorprendere, continuare a sorprendere. Ci vuole ben altro che un tour in trenino fra addomesticati lucertoloni preistorici. Ci vuole la
paura, il terrore. Ed eccolo lì il colpo di genio. Perché non costruire in laboratorio un ibrido di dinosauro carnivoro. Una bestia enorme, affamata e violenta. Lo chiamano Indominus Rex e, guarda un po’, fugge al controllo e inizia a distruggere. Su queste corde si muove il nuovo capitolo dedicato ai dinosauri. Nasce da Steven Spielberg che decenni fa aveva dato il via a questa giostra cinematografica. Prosegue con due capitoli meno incisivi e ritorna ora per stupire grandi e piccini. Nel pentolone di questo blockbuster preistorico c’è una forte denuncia agli OGM che sfocia in un inno all’inevitabile forza della natura. Vero, l’idea è attuale,
contemporanea. Il dubbio però rimane. Per quale motivo inventarsi un nuovo dinosauro e rinunciare ad attingere alla preistoria che tanto avrebbe da insegnarci. L’indominus Rex, forza inevitabile di questo capitolo diventa subito l’arma a doppio taglio. Diventa un giocattolone che perde di credibilità. Ok, anche riportare in vita i dinosauri, quelli veri, sembra una soluzione azzardata e poco credibile. Eppure, questo piccolo passo diventa un salto nel vuoto e, fondamentalmente, qualcosa di già visto che allontana lo spettatore dalla saga originaria. Si parla di armi di distruzione di massa, di
famiglia, di amore, di responsabilità. Benissimo, ci sono tutte le peculiarità del genere e tutte conducono al primo capitolo, a Spielberg. Ci sono le citazione ai film precedenti e pietre miliari della storia del cinema. Jurassic World è già stato visto da quasi tutti e continuerà a essere visto, negli anni. Gli spettatori troveranno quello che cercano, niente di più e niente di meno. E in Chris Pratt troveranno un nuovo Harrison Ford. Eppure, alla fine, quando la quiete ritorna in sala si ha la sensazione che qualcosa manchi. E tutto, allora, viene ricondotto all’inizio, ad una frase che è parte del film e che abbiamo già citato. Ormai per soddisfare la fame di emozioni estreme dei visitatori attuali ci vuole ben altro che un tour in trenino fra addomesticate creature preistoriche. E Jurassic World è girato in modo frenetico, ad accumulo. Una frenesia diversa rispetto al collega di giugno (che poco c’entra a livello tematico) Mad Max. L’accumulo è di tensione, riempitivo, quasi a sottolineare un terrore insito di non essere all’altezza, di dover pagare l’inevitabile scotto del precedente. E lo scotto arriva, ma non per tensione. Arriva perchè, in fondo, a questo capitolo conclusivo (ma temo di no) manca il senso di meraviglia, lo stupore arguto e nostalgico del primo capitolo. Manca l’idea fondamentale: per realizzare un film sui dinosauri bisogna pensare come un bambino.
Voto
♥♥½ / ♥♥♥♥♥
Sarà per una CGI che non ho trovato particolarmente brillante, sarà per mancanze in sede di sceneggiatura e sviluppo dei personaggi, ma personalmente ho trovato questo quarto capitolo molto artificioso e senza anima (https://serenatecinematografiche.wordpress.com/2015/06/14/jurassic-world/).
L’impressione che ho avuto è di un film realizzato unicamente per sfruttare un brand celebre, senza preoccuparsi di porre in essere un buon film dando per scontati (e lo saranno) gli enormi incassi.
Abbiamo letto la tua recensione!
Anche per noi, come hai potuto leggere, manca un’anima… manca il senso di meraviglia…
Leggi la mia su Pop!corn Recensioni: https://popcornrecensioni.wordpress.com/2015/06/18/jurassic-world-recensione-popcornrecensioni/