Prendi un cliché e fanne ciò che vuoi. Con sapienza però. I film di Bond li hai visti, tutti. Puoi permetterti di giocare. Prendi un’associazione segreta. Segretissima, la Kingsman. Da decenni, sotto le mentite spoglie di una sartoria di classe, protegge il mondo da cattivi con manie di grandezza. Un’associazione che ha il suo Artù (Michael Caine), il suo Merlino (Mark Strong) e i suoi cavalieri in doppiopetto.
Quando muore Lancillotto, Galahad (Colin Firth), non si perdona e offre al piccolo orfano una medaglia con un numero di telefono. Diciassette anni dopo, quel ragazzo proverà a diventare un Kingsman. Una storia di iniziazione. All’origine c’è “Secret Service”, fumetto di Mark Millar e Dave Gibbons. Il resto lo fa Matthew Vaughn, quello di Kick Ass, lo stesso che aveva lanciato Guy Ritchie. E la fenomenologia è la stessa. Eccesso, divertito e divertente. Nel mirino ci sono i film di Bond, quelli di Bourne ma non solo. Prendersi troppo sul serio e rischiare di diventare come Craig o Bale. Da Bond a Batman in film che magari non sono seri, ma rischiano di essere seriosi. Kingsman lo dice. Non è quel genere di film. Noi stiamo con il vecchio Bond, quello da sorriso
beffardo e Martini agitato, non mescolato. Kingsman vuole divertire, non rischia il gioco complesso della parodia, ma dona al genere spionistico un punto di vista diverso. Film dal “semina & raccogli”. Sceneggiato ad orchestra. Concepito per sorprendere, prevedendo.
Strizzare l’occhio. Il pubblico è complice.
Kingsman è come salire su una giostra. Entrare in un parco divertimenti in cui rivivere nuove intuizioni del genere passato. Cattivi pittoreschi e megalomani, con assistenti letali. Sessualità promiscua. E sessista magari, ma è il genere e deve essere così. Gadget stratosferici e location azzeccate (memorabile la scena della chiesa). Comedy e action si mescolano e amalgamano in un’iperbole cinematografica. Colin Firth ne è il baricentro perfetto. Elegante e azzeccato, impeccabile. E infatti il film rischia di perdere quota quando lui non c’è (fase di addestramento su tutte).
Kingsman è un grande gioco fatto di violenza esagerata e ironia nera. Lo dice Mark Strong, qui non si muore veramente. Siamo in un divertissment, un intrattenimento d’autore.
Vaughn conosce i ferri del mestiere. Fa quello che Tarantino sa fare con lo spaghetti western e diventa un Rodriguez britannico. Kingsman è british-explotation, in doppiopetto e ombrello.
voto
♥♥ / ♥♥♥♥♥
2 pensieri su “KINGSMAN – Secret Service”