Supereroi. Viviamo il presente, l’anno di Guardiani della Galassia, l’anno in cui continuamente veniamo bersagliati dalle news riguardanti Batman vs Superman, l’anno in cui la Marvel annuncia titoli fino al prossimo decennio. L’anno in cui esce Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores, film italiano sui supereroi.
Storia di un’adolescenza. In una Trieste malinconica, in cui le anime fragili sono frustate dal vento, il tredicenne Michele è inevitabilmente solo. Timido e indifeso, vive con la madre. Il padre, poliziotto come lei, è morto in azione. Così pare. A scuola c’è Stella, ragazzina bionda, che sembra non accorgersi delle attenzioni di Michele. Poi ci sono i bulli e la vita non si fa semplice. Poi c’è un’organizzazione segreta, russa, a caccia di ragazzini speciali. E la vita diventa tosta. Un giorno però, Michele scopre di avere un potere: può diventare invisibile.
Non siamo di fronte a un teen drama o ad una semplice storiella da domenica pomeriggio. Non soltanto almeno. Il ragazzo invisibile racconta una fase, una trasformazione. Ruota attorno al concetto di invisibilità, all’inadeguatezza adolescenziale, all’ambire e al reprimere. L‘invisibilità come strumento di difesa.
Un’arma segreta fragile e intima, una connotazione dell’anima. Salvatores racconta un corpo che cambia, un’evoluzione costretta, fisica e psicologica. Una sterzata verso una precoce maturità obbligata, raccontata in uno stile fumettistico sincero e delicato, europeo. A grandi poteri corrispondono grandi responsabilità. La prima, e fondamentale, è capirsi e accettarsi, diventare adulti. Il ragazzo invisibile è un coraggioso film sul coraggio. Superare l’istinto, prestare l’ampiezza del cuore all’ignoto. Una virtù. Un respiro altro e alto, tematico e produttivo. Il ragazzo invisibile è un film intimo e intimista, un film di genere pervaso di una bellezza universale, intensa e delicata.
voto: ♥♥♥ /♥♥♥♥♥