NOAH

download (4)Il piano di lettura non può essere univoco.
La Bibbia è roba tosta, occhio a commentarla.
Aronofsky c’ha fatto un film e noi ora siamo qui a scriverne.
Arduo per lui, ma anche per noi.
Dicevamo, il punto di vista non può essere univoco. Anzi, occorre aprire parentesi.
La storia bene o male tutti la conosciamo. Parla del diluvio, quello che il creatore avrebbe mandato per distruggere il mondo e (ri)costruirlo. Il compito spetta a Noè (e non Noah, di grazia), ultimo discendente di Set.
images (28)Nella Genesi sono poche le pagine dedicate all’Arca e il diluvio. Aronofsky ne fa un film di oltre due ore interpretando, con la consapevolezza del rischio. Va subito detto, il film è godibile. Preso come puro e semplice intrattenimento scorre, senza problema alcuno. Le due ore scivolano e ci si diverte.
Primo piano di lettura, fatto.
Fase successiva.
Se si ragiona sulle incongruenze, ci sono. Ma quello è un classico del cinema americano che si prende la briga di interpretare e re-interpretare. C’hanno questo vizio, son fatti così. Detto questo, sorvoliamo sugli infiltrati sull’Arca, sul ruolo delle donne, sul Matuselemme/Hopkins. Sorvoliamo o non perdoniamo. Si può scegliere.
images (26)L’analisi più interessante deve per forza essere indirizzata sulla spiritualità. Difficile riuscirsi in un kolossal che strizza tanto l’occhio al fantasy (a tratti pare di stare ne Il Signore degli Anelli), un giocattolone per famiglie. E a Russel Crowe per poco non scappa quel “mi chiamo Massimo Decimo, legionario, generale, etc”. L’epicità è all’ordine del giorno. Alla riscrittura mitologica siamo abituati, a quella religiosa meno.
Però Noah è un giocattolo che ha qualità. Perchè la spiritualità c’è, nonostante la scarsa passione. Non è lampante, sarà in minima parte, ma almeno non è didascalica. Rischia la superficialità, la non analisi, però ci prende. Il dialogo con l’assoluto c’è. La solitudine della fede pure. Il non detto anche. Contemporaneo nei temi ecologisti più che religiosi.
images (35)E quindi, forse non era di questo che si parlava? Ovvio, non ci si dimentica di essere in un kolossal di intrattenimento, in cui tutto è orchestrato ad incastro, quasi maniacale, e forse la spettacolarizzazione kitsch prevarica e distrugge il germoglio della spiritualità. Lo annega, ma la linfa resiste e qualcosa rimane. Sopravvive al diluvio. Magari rischiando la nausea.
Una metafora new age con immagini mozzafiato e primi piani intensi,per comprendere anche il nostro presente. Stroncarlo sarebbe sbagliato, anche se, certo, si può sempre fare di meglio.

voto: ♥♥ / ♥♥♥♥♥

Le CineCuriosità su NOAH a cura di Adriano Consonni, le potete ritrovare qui

Alessandro Venier
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