Vale più un’opera d’arte o la vita di un uomo. I monuments men erano sette, come i magnifici. Un corpo dell’esercito creato ad hoc per proteggere e salvare dalla distruzione scellerata dei nazisti le opere d’arte rubate. Sette uomini nell’Europa centrale inseguono la scia tedesca con l’obiettivo di salvare Michelangelo e colleghi. E restituir le opere ai legittimi proprietari.
Clooney va controcorrente. Realizza un film sull’arte, il suo concetto. Il suo valore. Salvare per educare. Proteggere per poter raccontare. I nostri figli devono sapere. I nostri nipoti anche. Ecco perché un’opera d’arte vale più di una vita umana.
Monuments Men è un film ambizioso. Con un ingranaggio che stenta un po’ a prender vita, specialmente nella prima metà dove pecca di eccessivo didascalismo, anche se ha il pregio di ricordare chi ha distrutto l’abazia di Montecassino.
Non è una commedia, non è un dramma. È un ibrido, e li rimane con qualità e difetti.
Sicuramente ha il pregio di essere un film trans-generazionale. Come l’arte e la sua sopravvivenza.
Monuments Men Decolla nella seconda metà anche grazie all’abilità di un cast di volponi che il cinema lo sa fare. Insegna senza essere una lezione. Però questi tedeschi e russi sembrano usciti da una rappresentazione american- patriottica di sessanta anni fa, cattivissimi. E in Europa davvero tutti sapevano parlare inglese? Anche contadini e dentisti? Pure i nazisti, pare.
Confezionato a tavolino con troppi elementi al momento giusto e nel posto giusto, graffia poco.
Rimane la forza del messaggio, ma che occasione sprecata George.
voto: ♥♥ / ♥♥♥♥♥
Il trailer: