Tonalità.
Si potrebbe discuterne a lungo.
Il colore giusto per raccontare una storia. O rinunciarci.
Nebraska si muove in un bianco e nero che ha anima.
Astratto e concreto, reale. Umano.
Dal Montana fino a Lincoln, a riscuotere una somma a sei zeri, che però non esiste. Woody Grant è vecchio ed è sicuro di aver vinto un milione di dollari. Inizia a piedi claudicante, ma la polizia lo ferma. È cocciuto. Ha tempo fino a lunedì, poi la vincita svanirà. Così il figlio David decide di accompagnarlo. Un viaggio, una scoperta, una riscoperta. Un road movie, in cui la vita scorre oltre il finestrino. Imparare a conoscersi, sfiorandosi. In silenzio.
Alexander Payne ci riporta in quell’America di provincia, fatta di strade secondarie. Backstreets le chiamava in Born To Run quello Springsteen che al Nebraska avrebbe dedicato un album qualche anno dopo. Il suo più cupo e intimo. Un album in bianco e nero. Non è un caso. Un’America fatta di sogni sfuggiti e ricordi svaniti. Un’America che ha il volto estraniato del Woody Grant di Bruce Dern. Alla fine, al capolinea di una vita vissuta, o forse no, intraprende contromano il sogno americano. Una vita che arranca. Un’illusione, promessa di straordinarietà. Il milione di dollari non c’è. Non è mai esistito. La truffa la si conosce dall’inizio. Però è attraverso il viaggio che spesso ci si conosce. E l’intimità diventa rivelazione. Ricchezza.
voto: ♥♥♥½ / ♥♥♥♥♥