Isabel è in vacanza al mare con la famiglia, conosce Felix e va a letto con lui. Il giorno dopo compie diciassette anni e poi parte per tornare a casa. Si iscrive ad un sito per incontri e inizia a fare sesso per denaro con uomini di ogni sorta, anziani, maleducati, perversi, purché paganti. George, il più anziano tra tutti, è anche il più gentile, ma un giorno, durante uno dei loro incontri…
Quando un film riesce a farti sentire la sensazione dello stomaco che si contorce al salire dell’ascensore, allora è riuscito nel suo scopo. Quando si vede l’ombra delle dita sul collo di Isabel, quando gli occhi di lei si scostano dall’ombra per catturare quel piccolo raggio di luce, quando la sua mano è insanguinata, quando risponde insolente alla madre: – Allora anche tu a diciassette anni sei stata una puttana?, è allora che senti un
pugno nello stomaco che arriva talmente diretto e veloce che non puoi fare a meno di accusare il colpo solo dopo qualche frazione di secondo perché hai bisogno di tempo per realizzare quello che è appena successo. Le scene crude non sono troppo crude ma sono orrendamente intuitive perché tutto quello che si vede sullo schermo sono due corpi, mentre quello che la tua mente riesce a percepire in quel momento è tutt’altro.
È una confusione, un disastro interiore e un’impossibilità di comunicare che lasciano ben poco spazio all’ attenzione per la mera immagine di nudo. Splendido il modo in cui il finale racconta della confusione che non va via né mai ci andrà, significativo il concludere con la scena delle due donne, bravissima l’attrice. Il finale lascia sottosopra, e forse è giusto così. Per ovvi motivi, non adatto ai minori di 14 anni.
Un film di François Ozon, protagonista Marine Vacth.