Unchained.
Unchained come il titolo. Unchained come Tarantino. Quentin si, quello di Pulp Fiction. Quello che si inventò Kill Bill. Tarantino, quello il cui nome è ormai sinonimo di stile, genere, cinema. Il cinema Di Tarantino. Uno stilema vivente. Tarantino, l’unico in grado di esagerare senza freni. Ed esagerare con classe.
Due anni prima della guerra civile, lo schiavo nero Django (Jamie Foxx) viene comprato, liberato e assoldato dal dentista King Schultz (Christoph Waltz). La professione di dentista in realtà non la esercita in più. Per campare fa il cacciatore di taglie. Schultz ha bisogno di Django, unico in grado di riconoscere i tre fratelli Brittle sulla cui testa pende un’interessante taglia. Inizia l’avventura. Tra i due inizia un sodalizio, un accordo, potremmo dire anche un’amicizia. Django vuole ritrovare la moglie. Schultz decide di dargli una mano. Ad attenderli c’è il proprietario della donna, lo spietato Calvin Candie (Leonardo Di Caprio). Tarantino prende un film che ha quasi cinquanta anni. Lo reinventa. Mastica e rielabora tutto il genere spaghetti – western. Corbucci, ma anche Sergio Leone e gli altri. Condisce il tutto in salsa pulp, mescolando perfettamente gli ingredienti con dialoghi brillanti e divertenti. Ha la consapevolezza di ciò che fa e la grandezza di non mancare di rispetto al passato, ma di omaggiarlo con delicatezza. Con amore. Ovviamente si parla di Tarantino. Il sangue scorre a fiume, i proiettili fanno più male rispetto a quanto accada nei “normali” western; “ca…o” si può dire, e viene detto più volte.
Forse però la pellicola di Quentin ha un leggero difetto. Il regista tende inevitabilmente alla dilatazione e, nella parte centrale, il film risulta eccessivamente prolisso.
Cast perfetto. Waltz da Oscar. Foxx adatto alla parte. Di Caprio interprete di classe.
E Samuel L. Jackson? Nelle tarantinate non manca mai. Poteva mancare in questa? Non avrà più la carica di “Ezechiele etc etc” ma buca lo schermo come pochi.
Don Johnson, invece, ci regala momenti indimenticabili di ilarità.
Tarantino.
Le iene e Pulp Fiction erano l’infanzia. Bastardi senza gloria e Django sono la maturità.
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Ciò che ho apprezzato di più di Django é il fatto che Tarantino abbia fatto un film western senza snaturare il genere: infatti ci sono tutti gli elementi tradizionali (l’ amicizia virile, la vendetta, l’ eroe con una missione, eccetera) con in più l’ ironia e la qualità di scrittura tipiche dei film di Tarantino. C’é sia il rispetto per il passato che la voglia e l’ ambizione di dire qualcosa di nuovo. E quest’ obiettivo é stato brillantemente raggiunto.
Vero, verissimo. è un film western con molti elementi tipici del genere e con l’irrazionalità aggiuntiva tipica di Tarantino!! La penso come te!!
Alessandro per Cinema in Poltrona
Ci troviamo d’ accordo pure su American Hustle, sul quale anch’ io ho scritto un post elogiativo. Grazie per la risposta! : )
Grazie a te per averci letto, seguito e lasciato un segno del tuo passaggio. 😉 al prossimo film
Alessandro per Cinema in Poltrona