“Devi fare tutto il possibile, lavorare al massimo e, se rimani positivo, vedrai spuntare il sole tra le nuvole”.
Come a dirci c’è sempre una via d’uscita, un modo per iniziare, da capo, di nuovo. Si può.
Pat ha passato gli ultimi otto mesi della sua vita in un ospedale psichiatrico. E’ affetto da bipolarismo ossessivo, esplode quando sente la canzone del suo matrimonio. La famiglia lo ama e cerca in tutti i modi di aiutarlo a (ri)costruirsi una vita. Il padre, allibratore e tifoso incallito, cerca goffamente di riavvicinarlo a sé, sfruttando la dote del figlio (dice lui) di essere un incredibile talismano portafortuna.
Pat, intanto, ha in testa soltanto due cose: rimettersi in forma e ricostruire il proprio matrimonio. Ma ad incrociare la sua strada c’è la “matta” Tiffany (Jennifer Lawrence) che, grazie ad un’improbabile gara di ballo…
In perfetto equilibrio tra commedia e dramma, in quella che sembra la nuova tradizione cinematografica del presente. Ci si muove, pardon, si corre all’impazzata su un filo sottile senza mai rischiare di sprofondare nel ridicolo, nella battuta becera, nel facile ammiccamento.
Si corre sul filo sottile dell’amore. Quello per una donna. Per quella sbagliata. Per quella inaspettata. L’amore dei genitori, quello dei figli. Quello di chi ama e vorrebbe semplicemente essere amato. Si corre su quel filo diretto da David O’Russel che non scivola mai e rimane in carreggiata, in perfetto equilibrio. Il cast, come in tutti i film del regista, è perfetto. Amalgamato e coeso. Cooper è il nuovo De Niro. il vecchio De Niro invece è rinato. Jennifer Lawrence è straordinaria, delicata ma al tempo stesso intensa e incisiva.
Ci si commuove, si ride. Poi si forma quel sorriso, quello condito da occhioni lucidi. Occhioni belli. Puri.
voto
♥♥♥♥ / ♥♥♥♥♥
Alessandro Venier
Un pensiero su “Sezione #(G)OLD movies: IL LATO POSITIVO, 2012, O’Russel, Usa”